Ricerca, sperimentazione, Green Deal e gli sviluppi futuri previsti nel campo della genetica vegetale.
Potrebbe descrivere brevemente il lavoro che Nova Siri Genetics svolge nel campo della genetica e come si adatta al vostro modello di business?
NSG è una società italiana di ricerca e sperimentazione di nuove varietà di fragola e piccoli frutti, nata nel 2005 in Basilicata, regione del Sud Italia. Utilizziamo metodi classici di miglioramento genetico e il controllo genetico-sanitario del materiale di moltiplicazione tramite: colture in vitro degli apici meristematici, screen house e valutazione dei cloni in campo. Tutto avviene all’interno del nostro centro di ricerca e sperimentazione, in cui sono presenti un laboratorio, campi sperimentali che si estendono su una superficie di 10.000 metri quadri e una serra di conservazione e propagazione altamente tecnologica di 500 mq. Il nostro business è incentrato su offerta varietale variegata, per rispondere alle esigenze della produzione nei diversi areali produttivi del mondo. In particolare, il programma di miglioramento genetico di NSG è incentrato sull’ottenimento di varietà rustiche, precoci e dalle ottime caratteristiche del frutto. Accanto alle cultivar di fragole brevidiurne adatte ai climi mediterranei già presenti nella nostra offerta varietale, stiamo lavorando per includere anche cultivar adatte ai climi continentali e neutrodiurne. Inoltre, nei prossimi mesi abbiamo intenzione di lanciare la nostra prima varietà di lampone.
Come vede il ruolo della genetica nel futuro dell’agricoltura e della sicurezza alimentare a livello globale?
La genetica e le nuove tecnologie hanno un ruolo fondamentale per l’agricoltura del futuro. Nell’ultimo secolo abbiamo registrato un progresso genetico notevole e questo ci ha consentito di far fronte alla crescita demografica a livello mondiale. Oggi siamo di fronte a una sfida importante: produrre cibo, salvaguardando l’ambiente e la salute dei consumatori. L’introduzione di piante resistenti consente di produrre con tecniche colturali a basso impatto ambientale e con notevole riduzione di agrofarmaci.
Quali sono i principali cambiamenti che prevede nel settore della genetica vegetale nei prossimi 5-10 anni?
Nel campo della genetica vegetale, siamo di fronte a un cambiamento epocale, dato che assisteremo all’introduzione di tecniche che rivoluzioneranno le produzioni agricole. È, infatti, in atto a livello globale un cambiamento del quadro normativo riguardo alla regolamentazione delle nuove tecnologie applicate al miglioramento genetico. L’utilizzo delle NBT consentirà di velocizzare il processo di miglioramento genetico e ottenere un materiale vegetale in grado di far fronte in maniera più rapida alle esigenze del mondo produttivo.
Come la vostra organizzazione si adatta alle sfide poste dai cambiamenti climatici?
Negli ultimi anni i cambiamenti climatici stanno mettendo a dura prova il settore agricolo e del vivaismo in generale. È quindi compito della ricerca cercare delle soluzioni innovative e più efficaci per situazioni sempre più caratterizzate da elevate criticità. I paradigmi della ricerca di NSG stanno cambiando, per adeguarsi al nuovo scenario dell’agricoltura del futuro. Per noi, la produttività continua a rimanere un fattore importante per garantire sostenibilità economica agli agricoltori, ma assume un peso rilevante anche l’attenzione agli aspetti legati all’ambiente. L’innalzamento generale delle temperature e la riduzione della risorsa idrica sono criticità importanti di cui tenere conto e da fronteggiare quanto prima. Il nostro programma di breeding punta sulla rusticità, ossia su piante resilienti, in grado di far fronte all’incremento medio delle temperature, agli sbalzi termici e alla disponibilità ridotta delle risorse idriche. Inoltre, una pianta rustica è caratterizzata da un’elevata tolleranza a terreni stanchi e ai patogeni e parassiti che affliggono la coltura. Pertanto, oltre a ottenere performance produttive elevate anche in presenza di anomalie climatiche, i produttori possono inoltre diminuire l’utilizzo di agrofarmaci, andando verso produzioni più sostenibili dal punto di vista ambientale, così come richiesto dalle direttive europee.
Come vede il ruolo della biodiversità nel futuro della genetica vegetale e come il sistema CPVO può supportare la sua protezione e promozione?
La tutela della biodiversità è fondamentale per il futuro della genetica, perché consente di migliorare le specie tramite l’accesso a fonti di variabilità genetica. Il CPVO potrebbe ricoprire un ruolo di primo piano nel regolamentare l’istituzione e l’accesso a nuove banche del germoplasma. La ricerca potrebbe beneficiare di attività di informazione ed efficientamento rispetto all’accesso e utilizzo di questo materiale genetico.
Come l’industria della genetica vegetale può contribuire agli obiettivi di sostenibilità e agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite?
L’industria della genetica vegetale potrà contribuire in maniera importante ad una maggiore sostenibilità delle coltivazioni attraverso l’applicazione in agricoltura dei mezzi biotecnologici oltre che ai metodi classici del miglioramento genetico. Questo consentirà l’ottenimento di varietà con performance produttive e qualitative elevate, che si adattano alle nuove pratiche agricole con minor impatto ambientale, il tutto in un contesto climatico molto complesso e poco favorevole all’ottimale crescita delle specie vegetali d’interesse agrario. Lo sviluppo sostenibile però passa anche attraverso una condivisione e messa a disposizione dei progressi tecnici e tecnologici ottenuti dai diversi paesi in modo che tutta la società possa trarne beneficio.
Qual è la vostra esperienza con il sistema di protezione delle varietà vegetali? Potete illustrare come è avvenuta la vostra decisione di utilizzare questo sistema?
Da società di ricerca di varietà innovative, l’utilizzo del sistema di protezione delle varietà vegetali risulta fondamentale per evitare che esse siano utilizzate in maniera non consentita nei paesi in cui sono distribuite. NSG ha un respiro internazionale, quindi abbiamo protetto le nostre varietà in diversi paesi del mondo. L’esperienza di questi anni ci porta a riscontrare una mancanza di uniformità dei sistemi di protezione nei diversi paesi, che spesso porta a confusione e ad un allungamento delle tempistiche per l’ottenimento dei titoli di protezione.
Quali opportunità vedete nell’uso del sistema CPVO per la protezione delle vostre varietà vegetali?
Mediante l’utilizzo del CPVO riusciamo ad ottenere una privativa per tutti i paesi dell’UE con una sola application. Inoltre, un valore aggiunto è sicuramente il portale online che risulta efficiente e completo sia nell’area personale dedicata ad ogni azienda, sia riguardo alla banca dati completa.
Quali sono state alcune delle principali sfide che avete dovuto affrontare nell’utilizzo del sistema CPVO e come le avete superate?
In generale, la nostra esperienza risulta positiva, dato che il sistema si è rivelato efficiente. Considerata la crescita del numero delle varietà che stiamo proteggendo in questi anni, ci sentiamo di suggerire una modifica in termini di riscossione delle tasse annuali. A nostro parere sarebbe preferibile poter scegliere di pagare le tasse di protezione annualmente (come accada ora) oppure in un’unica tranche (per tutta la durata del brevetto) oppure tramite soluzioni intermedie (ogni 3 – 5 – 10 anni).
In che modo il sistema CPVO ha aiutato a migliorare o a proteggere la vostra attività o i vostri prodotti?
Autorevolezza ed efficienza nel processo di armonizzazione dei processi di protezione negli altri paesi aderenti all’UPOV. Richiesta DUS, richiesta titoli ecc.
Come vedete il futuro della genetica delle piante e il ruolo del CPVO in questo settore?
Il futuro della genetica vegetale passa attraverso una riprogettazione dell’intero sistema delle proprietà Intellettuale. Il CPVO dovrà essere un attore importante nel cercare una transazione tra i PBR e il sistema dei brevetti industriale applicati delle piante.
Come la vostra azienda beneficia della certezza giuridica offerta dal sistema CPVO?
Il beneficio principale è la piena validità del titolo in tutti i paesi dell’UE, insieme a tutti quelli elencati nelle risposte precedenti.
Per la prima volta, le PMI possono accedere al voucher 4 (varietà vegetali) del SME Fund, che permette di avere un rimborso del 50% sulla domanda che si presenta. prevedete di utilizzarlo? é uno strumento che considerate utile, o altre azioni potrebbero essere ipotizzate per stimolare l’innovazione?
A nostro parere sarebbe ancora più importante introdurre servizi di supporto più che in termini economici, in termini di informazione, formazione, aggiornamento destinati a breeder, funzionari, responsabili della proprietà intellettuale delle aziende. Attività di questo tipo potrebbero avvicinare maggiormente le aziende di ricerca al CPVO, considerandolo non solo un mezzo per la protezione, ma un vero e proprio punto di riferimento per assistenza, consulenza ecc.
Fonte: CPVO